Scopri Chi è Anna Dan la moglie di Gianni Morandi
Anna Dan è la seconda moglie di Gianni Morandi. La donna, che attualmente ha 65 anni, è nata nel 1957 e lavora in un’azienda informatica. Ha incontrato suo marito più di 20 anni fa su una pista da ballo quando il loro amore ha cominciato a sbocciare tra di loro. Da allora non possono più fare a meno l’uno dell’altra – lui è sempre stato impotente di fronte al suo fascino – e si sono sposati nel 2004 in un piccolo matrimonio con solo amici intimi. La scintilla sarebbe scoccata durante una partita di calcio: Gianni ha notato la donna tra mille, tanto da ricordare ancora oggi il suo vestito.
In concorso al settantaduesimo Festival di Sanremo col brano Apri tutte le porte, scritto dall’amico Jovanotti, Gianni Morandi sa ancora divertirsi sul palco. E, alla soglia degli ottanta anni, l’eterno ragazzo della nostra canzone riesce a portare una ventata di allegria a tutti noi.
E questo nonostante la sua mano sia ancora avvolta dal tutore, dopo l’incidente in cui si è ustionato gravemente e ha rischiato la vita. Un dramma, da cui però l’artista emiliano ha tratto la forza e la voglia di ricominciare. Perché è stato l’amore per la musica che, insieme all’incontro con Jovanotti, lo ha spinto a proporsi per il suo settimo Festival. «È andata proprio così, quando vedi la morte in faccia ti viene voglia di non arrenderti», spiega Morandi, che ha vinto una sola volta la kermesse: nel 1987 in trio con Umbeto Tozzi ed Enrico Ruggeri con Si può dare di più.
Gianni, quindi sei all’Ariston per “colpa” di un incidente e di Jovanotti… «Parte tutto da una telefonata di Lorenzo, nella primavera del 2021. Vedendomi un po’ malconcio dopo la mia disavventura, mi chiama per propormi di cantare un suo brano, L’allegria. Mi voleva tirare su il morale e ci è riuscito! E stato un successo e ha portato una ventata di ottimismo durante l’estate. A quel punto, dopo essere entrato in confidenza con lui, mi è venuto in mente che magari lui poteva scrivermi una canzone da portare a Sanremo. Mi sono detto: “Perché no? E un bel modo per guardare avanti”. Jovanotti ha accettato, ad Amadeus è piaciuta e ora eccomi qui!».
La musica è una sorta di terapia benefica per te. Lo è anche in una fase così difficile in cui la pandemia ancora non ci abbandona? «Proprio così. Apri tutte le porte è un inno alla speranza di riuscire a venire fuori anche da questo periodo pesante, da questa cappa che ci opprime dentro. Jovanotti, quando l’ha scritta, pensava proprio a trasmettere la voglia di superare i momenti difficili». È vero che la musica azzera pure i gap generazionali? Il cantante Highsnob ti ha definito il più cordiale e giovane collega del Festival…
«Io credo davvero che la musica mantenga tutti giovani. Basta guardare il cast sanremese. Sul palco dell’Ariston siamo tutti uguali: da Iva Za-nicchi al giovanissime^ Blanco, la differenza d’età non si sente e la musica mette tutti d’accordo. Da parte mia porto un pezzo ritmico e divertente, rispetto ad altri più tradizionali del mio passato. Mi piace spaziare e nella mia carriera ho cantato un po’ di tutto».
Accanto a te, sorridente come sempre, c’è tua moglie Anna Dan. «Lei mi ha sempre aiutato molto e in questo ultimo anno mi ha fatto anche da infermiera. E la mia spinta positiva. Anna, come tutte le donne, ha sempre una marcia in più».
Quindi possiamo dire «Evviva le donne»? «Credo che siano meglio degli uomini, mi sembrano più sincere. Non mi dispiacerebbe vederne una anche come presidente della Repubblica. In una famiglia è la donna a essere equilibrata e di maggiore a-iuto. Almeno nella mia è così: le idee di Anna sono sempre più sagge e meno cialtrone delle mie…».
Sei un veterano della musica leggera italiana, ma confessi di sentirti ansioso come un cantante alle prime armi quando si tratta di affronta pubblico del teatro Ariston: come fronteggi l’ansia?
«Cantando ogni giorno e ricaricandomi con la corsa. Mi sono portato le scarpe da runner anche qui a Sanremo, dove c’è una bellissima ciclabile per allenarmi. Questi sono i miei antidoti per superare i momenti di ansia».
Al Festival hai partecipato anche sia come ospite sia come conduttore e direttore artistico: qual è la tua versione sanremese preferita? «La gara! Non c’è niente di più bello dell’adrenalina che ti dà la competizione. E, dopo due anni di fermo a causa della pandemia, sono anche molto felice di essere tornato a esibirmi dal vivo in teatro con il mio spettacolo dal titolo Stasera gioco in casa – Una vita di canzoni, che sarà in scena a Bologna fino al 17 febbraio».