Gerry Scotti: ”Io a Sanremo? Devo parlare prima con qualcuno”
Con il suo quiz “Caduta Libera” in onda su Canale 5 è in pista dal 2015 e il programma ha avuto così tanto successo che anche le repliche ottengono dei lusinghieri risultati di ascolto. Gerry Scotti, o meglio lo “zio Gerry” come molti lo chiamano, ne è chiaramente molto felice: «La vita è così: il tempo passa veloce quando ci si diverte.
Vuol dire che abbiamo fatto bene», ha detto a “Tv Sorrisi e Canzoni“ spiegando anche un possibile motivo del successo dello show: «Penso che dietro ci sia un senso di “giustizia”: la punizione un po’ infantile che arriva democraticamente per tutti, campione incluso, quando si sbaglia.
È la legge del contrappasso: se sei asino, caschi. Poi, certo, dopo una caduta ci si può, anzi, ci si deve rialzare». La sua sfida più grande Scotti l’ha vissuta qualche mese fa, quando è riuscito a guarire dal Covid che nel suo caso si è rivelato molto aggressivo: «Grazie a Dio sto bene. – ha rivelato al “Corriere della sera” – Rispetto alla media di quello che sento e leggo, il virus mi ha preso forte ma ha lasciato zero strascichi, mentre amici e conoscenti che l’hanno fatto in piedi a settimane di distanza hanno ancora spossatezza, dolori, stanchezza».
Nel suo caso il Covid, invece, lo ha portato a un passo dalla terapia intensiva in un’esperienza drammatica, come ha raccontato a “Chi”: «Quando sei in difficoltà metti le dita nelle crepe e prova a sollevarti. Nelle 36 ore in cui ho avuto più paura in assoluto, continuavo a dire: “Devo vedere mia nipote nascere, anzi, devo stare già bene quando nascerà”. Il Signore mi ha ascoltato: sono uscito dall’ospedale un mese prima che arrivasse. È stato un bell’appiglio ».
La nipote poi è nata e si chiama Virginia, come lui (il vero nome di Gerry è Virginio). Quel momento l’ha spinto anche ad intensificare la sua attività di promozione di iniziative benefiche. L’ha sempre fatto, ma ora ancora di più e di recente ha partecipato alla presentazione di “Sorrisi in Rosa”, il festival dell’Istituto clinico Humanitas dedicato alla prevenzione senologica: «Sono nato in campagna negli anni ‘50.
Era mia mamma che si ricordava delle vaccinazioni, che mi portava dal dottore; era lei che mi spiegava tutto sulle malattie. – ha ricordato Gerry – Lei come le altre mamme, donne, zie che, centrali nella nostra salute di figli e di maschi della famiglia, si sono trovate però, in molti casi, a trascurare se stesse pur di curare la salute dei propri cari. A questa generazione di donne dobbiamo dire grazie. Perché poi le donne continuano a restare le depositarie della nostra salute».
Da quando è diventato nonno, Scotti si lascia spesso fotografare con la nipotina Virginia, avuta dal figlio Edoardo: «Sono consapevole del mio carattere apprensivo e invadente, diciamo pure ingombrante e soprattutto nei primi giorni sono stato molto discreto. Il via vai di amici e parenti era pressante, mi sono dovuto sforzare per stare al mio posto… Mi rendo disponibile se serve qualcosa, a chiamata. Insomma sanno che il nonno c’è».
Lui che per Edoardo è stato un padre indaffarato per via dell’enorme successo in tv che stava avendo in quel periodo: «Mi sono separato quando lui aveva 7 anni e divorziare ha reso difficile ma al tempo stesso cementato il nostro rapporto. Ho smesso di essere marito e ho scoperto di essere padre. Mi sono assunto più responsabilità e ho valutato più la qualità che la quantità del mio esserci. Penso di esserci riuscito perché con mio figlio ho un ottimo rapporto».
Una delle ragioni del tanto affetto che il pubblico ha per lui sin da quando Claudio Cecchetto lo lanciò come speaker radiofonico, è la sua sensibilità e il fatto di non nascondere mai le proprie emozioni: «In famiglia la frase tipo è: “Ma hai pianto ancora?”, perché, magari, qualcuno per strada ha riferito ai miei cari di avermi visto in tv con gli occhi lucidi. Non sono tante le volte in cui mi sono commosso, solo che hanno fatto clamore.
I maschi non devono vergognarsi dei propri sentimenti, tutte le forme di “machismo” portano le cose più brutte come la violenza, la gelosia, l’intolleranza, nascono dall’incapacità dei maschi di sentirsi deboli. Lo ha detto il Papa e persino Sinisa Mihajlovic che non bisogna avere paura dei sentimenti». Gerry Scotti, però, non rinuncia a dire la sua, anche polemicamente, quando pensa che ce ne sia bisogno, come quando dice di preoccuparsi del fenomeno del bullismo sui social: «Per molti ragazzini rimane un gioco, ma leggiamo sempre più spesso di adolescenti che ci cascano male dentro.
E finisce in tragedia. La nostra generazione se ne deve occupare, non possiamo lavarcene le mani». O come quando, in seguito alle critiche scatenatesi dopo una sua battuta ironica sui cinesi, fatta insieme a Michelle Hunziker a “Striscia la Notizia” ha detto che il politicamente corretto che ci sta investendo sa di fascismo. E dopo aver avuto tante soddisfazioni nella vita professionale, al presentatore non dispiacerebbe partecipare al Festival della Canzone Italiana: «Io a Sanremo? Devo parlare prima con qualcuno che non è d’accordo che io ci vada», ha rivelato a “Verissimo”. Intanto, per il suo futuro il popolare presentatore ha le idee chiare: «A 70 anni mi ritiro. – ha annunciato a “Oggi” – Magari non sparisco, scelgo». C’è ancora tempo, il conduttore ha 65 anni.