Maria De Filippi com’è la sua vita privata? Conoscete suo figlio Gabriele
La maturità è una stagione d’oro per Maria De Filippi. Lei è all’apice del successo, ha un fisico da eterna adolescente e un marito che l’adora. «Più passa il tempo e più Maria diventa bella perché la sua è una bellezza intelligente, quella che io preferisco», ha affermato Maurizio Costanzo nella sua autobiografia Chi mi credo di essere.
Quando uscì il libro era il 2004. Ma da allora le cose non sono cambiate. Tanto che di recente Costanzo (che ha ben tre divorzi alle spalle) ha dichiarato a Nuovo di non aver pensato mai, nemmeno per un attimo, di separarsi da sua moglie. Rispetto al passato, i però, oggi nella coppia si a registra un maggior riserbo, nel desiderio di salvaguardare l’intimità familiare. Per saperne di più su di | loro, bisogna quindi scavare nel passato.
E dall’autobiografia del giornalista viene a galla un’appendice intitolata Io e Maurizio, scritta proprio da Maria, in cui la conduttrice si lascia andare a una toccante confessione sulla loro vita coniugale. Con particolare riferimento al momento – fondamentale soprattutto per lei, visto che Costanzo era già padre di due figli – in cui decisero di adottare un bimbo, Gabriele, che oggi ha ventinove anni.
Rivelando il suo difficile percorso, la De Filippi pone l’accento sull’importanza anche sociale dell’adozione, che consente a una coppia di assicurare il calore di una famiglia a un bambino abbandonato. A patto però che sia abbastanza solida per accoglierlo al meglio, sottolinea la conduttrice col suo linguaggio asciutto e condito da qualche espressione forte, in linea con il suo stile di persona, moglie e madre “tosta”. «Credo di essere l’unica tra le donne di Maurizio a non avergli mai rotto le scatole», confida Maria. «Se sposi uno come lui, totalmente concentrato sul lavoro, non puoi pretendere – che so -di andare al mare insieme oppure di stare a bordo piscina a parlare del futuro dei figli o cose del genere.
Come non puoi chiedergli, mentre è pieno di impegni: “Quando finisci?”, turbando così i suoi equilibri, lo non l’ho mai fatto, evitandogli anche la noia, la cosa che più o-dia al mondo. Su queste basi siamo andati avanti, nel bene e nel male. Non ho mai forzato mio marito a confidarmi i suoi problemi, che non sono mancati, ma se è stato lui a parlarmene e io l’ho sempre sostenuto. Insieme abbiamo superato pure pettegolezzi imbarazzanti e porcherie senza fondamento che mi hanno fatto male, soprattutto perché potevano ferire persone a me care.
E a un certo punto abbiamo deciso di adottate un figlio: una bella scommessa, di cui non ho mai parlato prima d’ora». Maria rievoca poi con grande lucidità il primo problema affrontato da lei e da Maurizio: l’età di Gabriele, che all’epoca aveva già dodici anni. «Quando una coppia si decide ad adottare un bambino, in genere preferisce che sia molto piccolo, mentre io non mi sono spaventata affatto», racconta la De Filippi. «Non ho fatto la scelta dell’adozione solo per spingere la carrozzella.
E neppure per cambiare i pannolini a un neonato o per colmare la mancanza di non essere riuscita ad avere un figlio mio; piuttosto ho pensato a Gabriele come a una persona con la quale stabilire un legame forte, cioè quello tra madre e figlio. Prima che l’adozione venga formalizzata, c’è un periodo di prova in cui sia i genitori sia il figlio possono capire se sono o meno in sintonia. E io, Gabriele e Maurizio lo abbiamo superato in una scelta reciproca e definitiva».
Poi, da donna onesta qual è, la De Filippi ammette le sue ansie all’inizio della convivenza: il timore era che il ragazzino potesse rifare l’esperienza del trauma dell’abbandono, già vissuto quando era stato affidato all’orfanotrofio dalla madre biologica. «Evitavo di rimproverarlo per non turbarlo, compromettendo così la sua educazione», dice. E aggiunge: «Gabriele mi provocava come a dirmi che, se volevo mandarlo via, sarebbe stato meglio se lo avessi fatto subito.
E il suo atteggiamento di sfida nascondeva il dolore del passato. Ma io non potevo cadere in questa trappola sentimentale, convinta che una madre debba saper dire al figlio: “Hai fatto una cavolata, sappilo perché, anche se sei un ragazzino, puoi rendertene conto”. Così il giorno in cui insultò mia madre che lo invitava a studiare lo rimproverai duramente. Da allora le cose sono andate per il verso giusto».
Maria accenna anche all’angoscia dei genitori adottivi, cioè alla paura che un giorno quelli biologici possano farsi vivi: uno scoglio da lei superato con equilibrio. «Mio figlio ha conosciuto sua madre e, quando me ne ha parlato, lo ha fatto con tranquillità definendola “la mia vecchia mamma”. In linea di massima, un bambino non dovrebbe essere rintracciabile dai genitori che lo hanno abbandonato: se però un giorno Gabriele volesse incontrarli, io lo lascerei libero di decidere», spiega Maria, che di recente è stata assolta dall’accusa di plagio per il format tivù del suo Amici.
E se – per quella sovrapposizione tra pubblico e privato cosi frequente nei personaggi famosi – la De Filippi definisce il proprio ruolo di madre «un debutto», vedendola oggi felice accanto a Gabriele bisogna ammettere che quel ruolo è stato e rimane ancora il suo successo più grande.