Dopo ben tre interventi alla testa, le condizioni di Charlène Wittstock sono parse sufficientemente

Spettacolo e Tv

Alla fine la favola di Charlène Wittstock ha avuto un lieto fine, almeno per ora. La principessa, moglie del principe Alberto, ha fatto finalmente ritorno a Montecarlo, dopo un’assenza di ben nove mesi. Magrissima, avvolta in un cappotto nero e in compagnia del suo adorato cagnolone, Charle-ne è salita su un volo per Nizza, da Durban in Sudafrica.

In seguito un altro jet privato l’ha riportata nel principato di Monaco per riabbracciare i figli, Gabriella e Jacques, e il marito. “Mi è mancata molto” avrebbe confessato lui. La principessa era volata a febbraio nella sua terra, il Sudafrica, per sostenere una campagna a favore dei rinoceronti. Si sarebbe dovuta fermare solo due settimane, ma un intervento dentistico mal riuscito le ha provocato un’infezione grave all’orecchio che non le ha più permesso di salire su un aereo.

Questa è la versione ufficiale, ma in questi mesi non sono mancati pettegolezzi ed illazioni da parte della stampa e delle gole profonde del Principato. In molti hanno parlato di una profonda crisi tra i coniugi, altri ancora hanno sottolineato che la Wittstock fosse molto depressa e avesse sentito il bisogno di allontanarsi dagli impegni e dalle incombenze di palazzo.

L’arrivo di Charlène alla Rocca è stato immortalato e pubblicato sull’account Instagram della famiglia Grimaldi. “Un ricongiungimento pieno di gioia ed emozione”, era scritto sotto lo scatto che mostrava i principini finalmente tra le braccia della mamma.

Anche se i dubbi rimangono. È molto strano che una madre accetti di stare tutto quel tempo lontana dai suoi cuccioli. I due bambini sono volati in Sud Africa solo due volte insieme al papà per trascorrere qualche giorno con lei. Per il resto, Alberto ha fatto il “mammo”, aiutato naturalmente da tate e governanti. “Lui la ama solo perché gli ha dato un figlio maschio” sono solo alcune delle voci che corrono veloci a Montecarlo. Per adesso, però, Charlène è tornata. Staremo a vedere quanto resisterà.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *