Giorgia Giacobetti chi è la figlia di Valeria Fabrizi? Età, carriera, vita privata e Marito Tata Giacobetti
Valeria Fabrizi è un’attrice italiana nata il 20 ottobre 1936 a Verona. È conosciuto soprattutto per i suoi ruoli cinematografici da protagonista. Dal 1954 al 1956 ha recitato in fotoromanzi e dal 1956 al 1960 ha lavorato come attrice cinematografica con vari ruoli. Nel 1967 la Fabrizi torna a recitare e da allora inizia a lavorare con successo soprattutto per la televisione per la quale vince il premio Telegatto del 1973.
Giorgia Giacobetti la conosciamo tutti per essere la figlia di Valeria Fabrizi e di Tata Giacobetti. Così come i suoi genitori ha seguito le loro orme e adesso lavora nel mondo dello spettacolo. Di lei sappiamo che è figlia d’arte e che ha deciso di seguire le orme dei suoi genitori. Ad ogni modo, conosciamola meglio.
Giorgia Giacobetti chi è
E’ figlia d’arte ed ha seguito le orme dei genitori. Si è laureata all’Università in Scienze della comunicazione e poi ha iniziato a lavorare nel mondo dello spettacolo. Si è laureata in comunicazione e poi ha tenuto un master in PR marketing media relation e tecnica pubblicitaria in un istituto di Londra, dove ha vissuto per un bel periodo di tempo. Ha lavorato nello specifico per oltre 12 anni con Maurizio Costanzo e poi è diventata anche responsabile del settore casting. Ha poi aperto anche un’agenzia.
Tata Giacobetti ed il quartetto Cedra
Il Quartetto Cetra è stato un gruppo vocale italiano prominente negli anni ’40 fino ai primi anni ’50. Il gruppo è noto per aver reso popolare la canzone popolare corsa “Malu”, che divenne un successo internazionale nel 1945. Dopo aver partecipato ad alcuni concerti minori, il Quartetto Cetra partecipò alla competizione del Festival di Sanremo con la loro canzone “La Bella Polacca “e vince il primo premio. La loro popolarità crebbe attraverso i jukebox, che diffusero il loro lavoro in tutta Italia, e presto iniziarono a girare l’Europa, cantando esclusivamente in italiano.
E’ nata negli anni settanta e non conosciamo con esattezza la data di nascita, ne il mese e nemmeno l’anno. Aveva un fratello, ovvero Alberto ma quest’ultimo purtroppo è morto prematuramente dopo soltanto un mese di vita. Non si hanno notizie sulla sua vita privata e dunque non sappiamo se effettivamente abbia un compagno o meno.
Una quindicina di anni fa Valeria Fabrizi si era già fatta avanti. «Appena saputo della nascita di Ballando con le stelle mi ero proposta a Milly. Andai da lei con mia figlia Giorgia candidandomi per il suo programma. Adoro ballare, lo faccio ogni volta che parte la musica, e sognavo di farlo in Tv. Ma non mi arruolò». Sono passate svariate edizioni, altrettante primavere, e la chiamata è arrivata. «All’inizio pensavo fosse uno scherzo.
Quando la Carlucci mi ha chiesto: “Ti senti pronta per affrontare questa avventura?” ho preso tempo per pensarci. Volevo confrontarmi con mia figlia. Sono piena di energia, amo la vita e stare tra la gente, ma ho pur sempre 85 anni. Giorgia ha saputo dirmi, come ogni volta, le cose giuste». Che cosa le ha detto? «Che l’ho cresciuta con il motto “non bisogna mollare”. Che sono sempre stata il suo esempio di forza e, anche questa volta, dovevo seguire l’istinto, darmi una chance». Ogni sabato sera lei – l’amatissima suor Costanza della serie Che Dio ci aiuti – mostra un altro volto di sé scendendo in pista con il maestro Giordano Filippo. «Ballo davvero, faccio tutti i passi che lui mi insegna, interpreto la scena e mi sento libera. Anzi, mi pare di volare ed è stupendo.
Quando vedo il pubblico applaudire, tutti in piedi, quando la gente mi ferma per strada dicendo che sono il loro idolo, che da quando vedono me hanno ripreso a ballare, a muoversi, ad avere energia, quasi mi commuovo. Non mi aspettavo tanto affetto». Quanto si impegna per ottenere tanti consensi? «Impegno e sforzo sono totali. Giordano è paziente, dolcissimo, mi fa fare il massimo di ciò che posso fare. E mi placa: fosse per me sarei in aria a volteggiare, inserirei spaccate in ogni coreografia, farei ancora di più. Mi sento in forma: non ho più il fiatone quando mi muovo e sono dimagrita sette chili».
Sua figlia Giorgia (nata dal legame con Tata Giacobetti del Quartetto Cetra) la guarda con occhi che esprimono tutto: amore, riconoscenza, stima, ma anche premure, attenzioni. «Siamo legatissime, confidenti, lei è saggia e mi consiglia su tutto. È la mia forza: mi dà coraggio ogni volta che ne sento il bisogno e so che per me lei c’è sempre. Ci lega un sentimento puro, indissolubile, quasi ci fosse un filo ombelicale che ci tiene in perenne contatto anche se siamo distanti». Quante volte al giorno vi sentite? «Di continuo. Se esce la sera e rientra tardi mi manda un pupazzetto sul telefonino (un emoticon, ndr) per tranquillizzarmi. Siamo amiche, ma da parte sua non è mai mancato il rispetto che ci vuole tra madre e figlia.
Adesso che l’età avanza, è un attimo, però, che tra noi si ribaltino i ruoli». In che senso? «È lei a occuparsi di me: Giorgia è molto protettiva, premurosa, affettuosa, tiene al mio benessere, a che non mi affatichi troppo, che mangi sano, che prenda le medicine.
Dopo che sono stata operata per un tumore al rene, tre anni fa, si preoccupa che io beva tanta acqua. Ha un animo buono, mi segue come un angelo custode e mi ricorda tantissimo il mio Tata, suo papà, scomparso 33 anni fa (cala un momento di silenzio, ndr). Se la guardo muovere le mani, affusolate come quelle del padre, se colgo alcune espressioni, mi sembra di rivedere mio marito.
La chiamo Tatina tanto somiglia a Tata. Quando penso a lei, all’amore che ci unisce, mi commuovo. Ringrazio Dio ogni giorno per avermi resa madre. Sua madre. Dopo di lei nacque Alberto, ma a soli tre mesi ci lasciò per un problema al cuore.
Per me fu un dolore devastante, lacerante, superato grazie all’amore della famiglia e alla preghiera». Che valore ha la fede nella sua vita? «È basilare, ma non sono bigotta. Sono cresciuta in collegio dalle suore Canossiane, la mia famiglia andava a messa ogni domenica e lo stesso faccio tutt’oggi con Giorgia. La fede mi dà equilibrio: prego la sera prima di dormire, la mattina al risveglio e ogni volta è per ringraziare per ciò che ho, per essere ancora in questa vita che amo tanto. Porto un anello con il rosario di Medjugorje, preso dopo un pellegrinaggio, e da settant’anni mi confronto con un Gesù alto poco più di un palmo scolpito nel legno da un soldato.
Lo tengo all’ingresso di casa». Da che parte arriva? «È un dono di mio nonno. Mi rivolgo spesso a quella scultura per una preghiera, ma anche per sfogarmi. Per chiedere il perché di certe ingiustizie che accadono: sono sensibile e, quando il mondo va alla rovescia, ne soffro profondamente». In casa c’è Gilda, una barboncina toy dal pelo rosso, chiamata così in onore di Rita Hayworth. «È un dono di Giorgia.
Mi tiene compagnia ma, se mi distraggo un po’, ruba tutto quello che ho nel piatto (ride, ndr)». Valeria, lei ha detto di avere filarini… «In bolognese significa corteggiatori e, lo ammetto, ne ho alcuni. Mi invitano fuori, ma non li assecondo. Sono rimasta vedova a poco più di 50 anni: non ho mai cercato un compagno, non mi sono più innamorata. Ho avuto amici uomini, compreso Walter Chiari per il quale sono stata un po’ sorella, un po’ mamma, e quell’affetto mi è bastato. Ho comunque una vita ricca di sentimento: quello di mia figlia, quello del pubblico…». Che a Ballando impazzisce per lei. Manca poco alla finale, cosa si augura? «Mi piacerebbe arrivare sul podio, tra i primi tre. Sarebbe un sogno! Sono in gara con ragazzi giovani, pimpanti, donne bellissime, ma io credo che l’impegno dia risultati e abbia un valore, così come il messaggio che lanci. E se solo sono riuscita a trasferire un po’ di energia, un po’ di slancio a chi mi guarda da casa, allora ho già vinto».