Salvatore Parolisi 10 anni dopo il delitto di Melania Rea, la nuova vita in carcere e com’è diventato

Italia

Il delitto di Melania Rea, in particolare per la ferocia che l’ha contraddistinto, ha sconvolto l’opinione pubblica: fu e resta uno dei casi più atroci degli ultimi anni della cronaca nera del nostro Paese. La donna, 29 anni, è stata uccisa a coltellate il 18 aprile del 2011. Melania si trovava sul Colle San Marco di Ascoli Piceno con il marito, Salvatore Parolisi, 30 anni, caporalmaggiore del Rav Piceno, e la figlia Vittoria di 18 mesi.

È il 19 luglio 2011, quando il caporalmaggiore dell’esercito viene arrestato. L’inchiesta passa a Teramo per competenza territoriale. Un mese dopo, il 2 agosto, il gip confermerà l’arresto di Parolisi, che è sospettato di aver assassinato la moglie. Il 27 febbraio 2012 inizia il processo, che si conclude con la condanna all’ergastolo di Salvatore Parolisi il 26 ottobre 2012. Il caporalmaggiore continuerà a dire di essere innocente.

Nel luglio 2016 Parolisi è stato condannato a vent’anni di reclusione per l’omicidio di sua moglie. La corte di Cassazione ha confermato l’esito del secondo processo d’appello. Il militare, oggi detenuto, è stato degradato e la piccola Vittoria è stata affidata alla famiglia materna. L’ex militare Salvatore Parolisi è attualmente recluso nel carcere milanese di Bollate e recentemente ha manifestato ai propri avvocati la volontà di usufruire dei permessi, che complessivamente possono arrivare fino a 45 giorni all’anno. Una prospettiva che ha fatto inevitabilmente infuriare i familiari della donna.
“Per noi sarebbe come uccidere di nuovo Melania – aveva spiegato pochi mesi fa il fratello della donna, Michele Rea –. La pena non è stata esemplare, ma ora concedere anche dei premi significa dimenticare chi è la vera vittima. Le condanne per chi commette un omicidio del genere sono ormai simili a quelle di chi spaccia o rapina, invece dovrebbe esserci una differenza netta”.
“Credo che questo sia un pensiero non solo mio, ma di tutti gli italiani che si immedesimano con la famiglia Rea, perché un lutto del genere può capitare a tutti. I giudici che nel caso valuteranno se concedere o meno i permessi dovrebbero riflettere su che cosa ha fatto Parolisi, che tra l’altro non si è mai pentito: ha ucciso la moglie e lasciato senza madre una bimba di appena due anni”, aveva spiegato pochi mesi fa il fratello di Melania.

Salvatore Parolisi sta frequentando uno stage di formazione e presto siederà accanto agli altri centralinisti, tra questi anche
Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi (Garlasco, 13 agosto 2007). Salvatore Parolisi spera di essere impiegato nella casa di reclusione di Bollate, in provincia di Milano, proprio come centralinista del call center di una nota compagnia telefonica che ha stipulato una convenzione con la “Bee4 altre menti”, impresa sociale fondata nel 2013, che offre opportunità di riscatto a persone che hanno incontrato il carcere.

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