“Tra poco potranno farlo”. Omicidio Sarah Scazzi, Sabrina e Cosima Misseri: la notizia a quasi 11 anni dal delitto
L’omicidio di Sarah Scazzi è stato uno dei più brutti degli ultimi anni e di questo si è parlato tantissimo in televisione. Quasi undici anni fa, il 26 agosto del 2010 per la precisione, la ragazzina di Avetrana (Taranto) scomparve nel nulla e successivamente fu ritrovata senza vita. Nei tre gradi di giudizio sono state ritenute colpevoli dell’assassinio la cugina Sabrina Misseri e la mamma di quest’ultima, nonché zia della vittima, Cosima Serrano. Ma per loro presto potrebbero esserci novità.
Circa un anno fa intervenne sulla vicenda la sorella di Sabrina Misseri, Valentina, che disse: “Dai verbali ho letto una dichiarazione di mio padre che dice: ‘Non l’avevo mai vista con i pantaloncini così corti e il seno le stava sbocciando’. Una cosa che uno zio non dovrebbe neanche pensare di sua nipote. Credo che lui ci abbia provato con Sarah. Lei lo ha respinto con un calcio e papà non ci ha visto più e l’ha uccisa”. Per la giustizia italiana le parole di Michele Misseri sono state pronunciate per coprire la figlia e la moglie.
Sabrina Misseri e Cosima Serrano, dopo essere state condannate all’ergastolo anche dalla Cassazione, hanno presentato ricorso attraverso i loro avvocati alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, la quale ha dichiarato ammissibile il ricorso. Per sperare in una revisione processuale, le due donne devono augurarsi però che ci sia una valutazione in tal senso da parte dei giudici europei. La prima risposta da Strasburgo è avvenuta nel 2018, quindi ben presto dovrebbero comunicare la loro decisione entrando nel merito.
Sia Sabrina Misseri che la mamma Cosima Serrano hanno ricevuto l’ergastolo non ostativo e quindi, visto che sono trascorsi oltre dieci anni dall’inizio della loro carcerazione, potrebbero avere dei benefici. In particolare, potrebbero ottenere dei permessi premio per quindici giorni di fila e ripetuti fino a tre volte in un anno. Ovviamente il detenuto deve sempre dimostrare di non costituire un pericolo per la comunità. E loro sono sempre state considerate delle detenute modello, impeccabili.
Sabrina Misseri e Cosima Serrano sono rinchiuse nel carcere di Taranto e qui lavorano all’interno della sartoria, dove si rendono autrici di cuciture di abiti e anche di mascherine. Sabrina avrebbe inoltre ottenuto una cosa in più, ovvero l’abilitazione per svolgere il mestiere di parrucchiera. Le possibilità che possano avere un po’ di libertà sono alte. Nelle prossime settimane si saprà di più.