Draghi: « Variante Delta minacciosa, l’appello a non vaccinarsi è un invito a morire».

Italia

Dopo il Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto legge che prevede l’estensione del green pass, il premier Mario Draghi ha parlato in conferenza stampa: «L’economia italiana va bene, ma la variante Delta è minacciosa e si espande molto rapidamente. Serve agire. Il green pass è una condizione per tenere aperte le attività, anche nel contesto della nuova definizione dei parametri per il cambio dei colori. Molte regioni sarebbero andate in giallo, ma con queste misure abbiamo potuto modificare i parametri e lasciare le regioni in bianco. Il green pass non è un arbitrio, ma una condizione per tenere aperte le attività economiche. Invito tutti gli italiani a vaccinarsi e a farlo subito».

Sugli appelli no-vax di diversi politici Mario Draghi è categorico: «L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, senza vaccinazione si richiude tutto, di nuovo. Ora il vaccino si sta diffondendo e grazie a questo le conseguenze sono meno serie rispetto a quelle che abbiamo visto mesi fa».

La campagna vaccinale

«Circa due terzi degli italiani con più di 12 anni ha ricevuto almeno una dose, circa metà ha completato il ciclo vaccinale – continua Draghi -. L’obiettivo di 60 milioni di dosi entro il 20 luglio di Figliuolo è stato superato. Sono dati al livello della Germania, più di Francia e Stati Uniti. Il 90% degli ultraottantenni è completamente vaccinato, così come l’80% dei settantenni. La pressione negli ospedali è diminuita, abbiamo circa trecento persone ricoverate e 160 in terapia intensiva contro le 3500 di fine marzo. La situazione è in forte miglioramento. Le previsioni prevedevano oltre mille decessi a luglio, ce ne sono stati da 7 a 20. Con il green pass gli italiani possono continuare a divertirsi, ritrovandosi tra persone che non sono contagiose. È una misura che ha difficoltà di applicazione ma che dà serenità».

Sulla riforma della giustizia: «Aperti a miglioramenti»

Insieme a Mario Draghi e Speranza, in conferenza c’era anche la ministra della giustizia Cartabia: «Ho chiesto l’autorizzazione a porre la fiducia. C’è stato un testo approvato all’unanimità in Cdm e questo è un punto di partenza, siamo aperti a miglioramenti di carattere tecnico, si tratterà di tornare in consiglio dei ministri», ha spiegato il premier. «Nessuno vuole sacche di impunità, bene processi rapidi e tutti i colpevoli puniti, è bene mettere in chiaro da che parte stiamo. Il testo della riforma della giustizia è stato approvato dal cdm poi faremo di tutto per arrivare ad un testo condiviso. La richiesta di autorizzazione di fiducia è dovuta al fatto di voler porre un punto fermo. C’è tutta la buona volontà ad accogliere emendamenti che siano di carattere tecnico e non stravolgano l’impianto della riforma e siano condivisi. Non mi riferirei solo agli emendamenti di una parte, perché ci sono anche altre parti», ha detto a proposito della mediazione con i 5Stelle.

La riforma della giustizia non è però per Draghi una minaccia per le elezioni: «Chiedere la fiducia può avere delle conseguenze diverse prima del semestre bianco o durante il semestre bianco, ma la diversità è molto sopravvalutata. Chiederla cinque o sei giorni prima è come chiederla durante, perché i tempi per organizzare una consultazione elettorale non ci sarebbero comunque. Una riforma come quella della giustizia deve essere condivisa ma non è giusto minacciare un evento, la consultazione elettorale, se non la sia approva».

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